ARTISTI E OPERE

Patrizia Comand
ARTIST
Corbetta (Mi), si diploma all’Accademia di Belle Arti di Brera nel 1972.
Nel 1979 espone al Salone dei Giovani Artisti al Palazzo della Triennale di Milano, dove incontra Mario De Micheli col quale instaura un intenso rapporto di stima e di amicizia.
Nel 1991, da Venezia, si trasferisce per un lungo periodo in Centro America (El Salvador,
Guatemala e Messico). Al suo rientro in Italia riprende la sua attività espositiva che da ora si amplia con partecipazioni a importanti mostre dall’intera Europa, al Giappone, alla Turchia (dove nel 2005 riceve il 1° premio alla Biennale di Ankara), al Marocco e al Messico. Nel 2007 espone sulla facciata del Duomo di Milano 2 grandi “teleri” (m.10 x 20 cad.) intitolati “Il cielo sopra Milano” che si trovano ora in Vaticano. Continua a leggere…

La Scalata
“Rappresenta una scalata alla luna, che è essenzialmente il simbolo di qualcosa che si vuole raggiungere: un’idea, un sogno, un’ideale, qualcosa che ci porti in una dimensione “altra”. In basso c’è la lotta per potersi arrampicare ed è per questo che c’è una variazione di colori dal basso verso l’alto: alla base dove, appunto, c’è lo scontro i colori sono forti, contrastanti, “terrestri” nel senso che sono ancora legati alla realtà, poi, via via che si staccano dalla terra si attenuano e pian piano prendono i colori delle luna, cioè del sogno cui si arriverà e con cui ci si fonderà.”
Patrizia Comand
Corbetta (Mi), si diploma all’Accademia di Belle Arti di Brera nel 1972.
Nel 1979 espone al Salone dei Giovani Artisti al Palazzo della Triennale di Milano, dove incontra Mario De Micheli col quale instaura un intenso rapporto di stima e di amicizia.
Nel 1991, da Venezia, si trasferisce per un lungo periodo in Centro America (El Salvador, Guatemala e Messico). Al suo rientro in Italia riprende la sua attività espositiva che da ora si amplia con partecipazioni a importanti mostre dall’intera Europa, al Giappone, alla Turchia (dove nel 2005 riceve il 1° premio alla Biennale di Ankara), al Marocco e al Messico. Nel 2007 espone sulla facciata del Duomo di Milano 2 grandi “teleri” (m.10 x 20 cad.) intitolati “Il cielo sopra Milano” che si trovano ora in Vaticano. Spesso, su invito di Vittorio Sgarbi, è stata coinvolta negli scorsi anni in importanti mostre, tra queste Surrealismo Padano (Palazzo Gotico, Piacenza, 2002), La Pittura Fantastica in Italia (Museo Revoltella, Trieste, 2002), 54° BIENNALE DI VENEZIA (2011), EXPO-Arte Italiana (Milano, 2015), BOTTICELLI-il suo tempo e il nostro tempo (MART di Rovereto, 2021 ). Suoi sono i ritratti ufficiali dei Papi BENEDETTO XVI° (2005)), e FRANCESCO (2013) per la “Sala dei Papi” della Basilica di Superga (To).
Nel 2014 termina LA NAVE DEI FOLLI , una grande opera di 2 metri per 9 di lunghezza, che comincia un iter espositivo molto intenso, viene infatti presentata in importanti sedi, tra cui la Fondazione FGS di Cassano Magnago (Va).Il famoso editore FRANCO MARIA RICCI decide poi di presentarla nel 2017 al LABIRINTO DELLA MASONE di Fontanellato (Pr), e ne pubblica un prestigioso catalogo con prefazioni di Philippe DAVERIO e Giovanni MARIOTTI
Nel 2016 esegue il ritratto del Premio Nobel RITA LEVI MONTALCINI per il FRAUENMUSEUM di Bonn (Germania), nel 2020 quello della poetessa ALDA MERINI nel 2022 quello del Sindaco Emerito di Milano GABRIELE ALBERTINI.
Nel 2022 riceve dal Comune di Milano, a Palazzo Marino, il premio “Volti della Metropoli” che viene conferito a personalità che si sono distinte in vari campi e presenta l’opera “E Giustizia sia !”
Dal 2006 fa parte di un gruppo internazionale che espone annualmente al Grand Palais di Parigi. Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero ed è presente nell’Archivio del “National Museum of Women in the Arts” di Washington.
Enrico Baj
ARTIST
Enrico Baj (1924-2003), nasce a Milano, frequenta l’Accademia di Brera e contemporaneamente consegue la laurea in legge.
Nel 1951 fonda con Sergio Dangelo il Movimento Arte Nucleare e partecipa ai movimenti d’avanguardia italiani e internazionali con mostre, pubblicazioni e manifesti, collaborando con Lucio Fontana, Piero Manzoni, Arman, Yves Klein, il gruppo Phases, Asger Jorn e gli artisti del gruppo CoBrA.
A partire dagli anni Cinquanta è presente sulla scena internazionale e in particolare espone regolarmente a Parigi. Continua a leggere…


Metamorfosi
L’artista per quest’opera si ispira direttamente al poema epico mitologico sulla mitologia greco-romana di Publio Ovidio Nasone (43 a.C. – 17 d.C.), ma si tratta di un’ispirazione per avviare un ciclo sull’immaginario trasformativo e spesso rocambolesco cui vanno incontro protagonisti esotici e salgariani. Un quadro dal soggetto analogo a questo rende evidente l’intento di Baj: costituire una mitologia del Kitsch più rappresentativa del suo tempo e delle debolezze che vi si trovano. Quest’ultimo si intitola Yanez e Surama nella giungla inseguiti dai Tughs (1988). Si ravvisa in entrambi i quadri lo stesso stato di pace, di placido reciproco rapimento estatico di un uomo e una donna attorniati da mansuete bestie, mentre vengono sospinti da una affollato gruppo di indiscreti individui.

Progne abbandonata da Tereo si converte al culto Visnù
L’opera fa parte del ciclo epico mitologico La mitologia del Kitsch che Baj intraprende
nel suo periodo maturo. “La Mitologia di cui Baj si è fatto vessillifero, non è certo quella “autentica” di Omero o di Virgilio. La mitologia di Baj raffigura queste ninfe (più o meno gentili), queste bestie (più o meno feroci), attraverso l’occhio dell’inventore e non dell’erudito filologo. Ogni atteggiamento, ogni avventura, di questi eroi, dunque, non è che un pretesto per costruire – pittoricamente e narrativamente – una nuova “leggenda”; come si può constatare ad esempio nel caso della ‘ambigua domatrice appoggiata pensosa la fianco di mansueto leone in Progne abbandonata da Tereo si converte al culto di Visnù.”
Gillo Dorfles
Enrico Baj
Enrico Baj (1924-2003), nasce a Milano, frequenta l’Accademia di Brera e contemporaneamente consegue la laurea in legge. Nel 1951 fonda con Sergio Dangelo il Movimento Arte Nucleare e partecipa ai movimenti d’avanguardia italiani e internazionali con mostre, pubblicazioni e manifesti, collaborando con Lucio Fontana, Piero Manzoni, Arman, Yves Klein, il gruppo Phases, Asger Jorn e gli artisti del gruppo CoBrA.
A partire dagli anni Cinquanta è presente sulla scena internazionale e in particolare espone regolarmente a Parigi.
Le mostre più significative dell’ultimo decennio della vita dell’artista hanno avuto luogo alla Pinacoteca Casa Rusca a Locarno (1993), alll’Institut Mathildenhöhe a Darmstadt (1995), al Musée d’Art Moderne et d’Art Contemporain di Nizza (1998), al Musée de Chartres (2000), al Palazzo delle Esposizioni a Roma (2001).
Nel 2003-2004 al Castello di Masnago, Varese si è tenuta una mostra concernente le connessioni tra arte e poesia nell’opera di Baj; a Milano a cura della Provincia una grande retrospettiva che si è svolta in spazi diversi in una sorta di itinerario attraverso i momenti salienti della sua carriera.
Nella primavera 2004 si apre a Pontedera “Cantiere Baj”, una serie di manifestazioni che si concludono con la realizzazione nel dicembre del 2006 di un grande mosaico lungo cento metri sul muro che corre lungo la ferrovia a Pontedera. Il progetto per il Muro di Pontedera, costituito da dieci cartoni con collage di elementi di meccano, è l’ultima opera dell’artista, portata a termine pochi giorni prima della morte.
Nel maggio 2007 la Friedrich Petzel Gallery di New York presenta una selezione di opere di Baj dalla fine degli anni Cinquanta al 2002.
Nel 2008 due mostre monografiche: da gennaio a marzo alla Fondazione Marconi di Milano Baj, Dame e Generali ripropone il tema più “classico” dell’artista; da marzo a maggio Baj, Apocalisse, nel Chiostro di Sant’Agostino a Pietrasanta presenta la più grande installazione realizzata da Baj nel 1978 e arricchita di aggiunte fino al 2000. Nel maggio del 2009 a Milano, la Fondazione Marconi allestisce la mostra Baj, mobili animati, che prende il titolo dalla bella monografia che Germano Celant ha dedicato a questo ciclo di opere degli anni Sessanta. Nell’estate del 2010 la mostra Baj, dalla materia alla figura al Castello Pasquini di Castiglioncello evidenzia come nel lavoro dell’artista la figura si manifesti con forme e tecniche in continua evoluzione. Nel 2012 nella Sala delle Cariatidi del Palazzo Reale a Milano viene esposto I funerali dell’anarchico Pinelli, realizzato da Baj nel 1972 per quello spazio: allora la mostra non fu aperta al pubblico perché il 17 maggio 1972, giorno dell’inaugurazione, fu ucciso il commissario Calabresi. Finalmente dopo quarant’anni la grande opera è tornata nella sala per cui era stata concepita.
Nel 2013 a dieci anni dalla morte, Baj è ricordato con tre mostre: in giugno Ububaj, I teli di Ubu, al Camec di La Spezia, in settembre a Milano Enrico Baj, Segni e disegni, alla Fondazione Marconi, e Enrico Baj, Bambini, ultracorpi & altre storie, alla Fondazione Arnaldo Pomodoro. È presente con le Dame degli anni Sessanta alla Biennale di Venezia, nella sezione del Palazzo Enciclopedico curata da Cindy Sherman.
Nel 2015 a Palazzo Gavotti a Savona la mostra Baj, figure dell’immaginario documenta la continua ricerca da parte dell’artista di una sempre rinnovata figurazione.
Nel novembre 2015 la galleria Luxembourg & Dayan di New York presenta una personale di Baj incentrata sulla produzione degli anni Sessanta, e contemporaneamente la Galleria Giò Marconi a Milano ripropone il ciclo delle Plastiche (1967-1969).
Nell’estate del 2016 al Museo Archeologico di Aosta la mostra Baj, l’invasione degli ultracorpi illustra l’evoluzione della figura emblematica dell’ultracorpo dagli anni cinquanta agli anni ottanta.
Nel 2017 la personale Baj, play as protest al Cobra Museum di Amstelveen ripropone la tematica dell’ironia e del gioco come strumenti di critica sociale.
Nel 2018 a Milano alla Fondazione Marconi la mostra Enrico Baj, l’arte è libertà si ispira alle parole dell’artista “La pittura è una via – una via che ho scelto – verso la libertà. È una pratica di libertà”, che riassumono il pensiero che lo ha sempre animato.
Nel 2018 e nel 2019 è presente in molte importanti mostre collettive, soprattutto all’estero.
Il 2020 si apre con la mostra ENRICO BAJ DAME IDRAULICHE, Galerie Isabella Bortolozzi, Berlino.
Nel 2021 è presente alla mostra Painting is back, Gallerie d’Italia, Milano, con opere di grande formato.